Dove possiamo essere liberi, ai tempi del COVID -19

07.04.2020

Cara lettrice, caro lettore,


ti scrivo perché ho voglia di condividere alcuni pensieri rispetto al particolare momento storico che stiamo vivendo, che mette tutti noi duramente alla prova.All'inizio arrivavano notizie, riguardo all'epidemia, sparse, echi lontani e disorganizzati che suscitavano una certa incredulità, rispetto al fatto che potesse succedere proprio a noi ... . Ad un certo punto, però, non abbiamo più potuto negare la realtà: anche noi, esseri umani ingegnosi e superimpegnati, proprio noi siamo vulnerabili ai colpi di un invisibile ma agguerritissimo virus. Affacciandosi alla finestra, ora, è come se il Paese fosse sotto l'effetto di un incantesimo. Penso alla fiaba dalla Bella Addormentata nel bosco, in cui tutto il regno dormì per cento anni, finché arrivò l'amore a spezzare l'incantesimo.

Cosa facevano, tutte quelle persone addormentate? Forse, sognavano ... .

Ma che può voler dire sognare? Certamente, noi non stiamo dormendo tutto il tempo ...Mi ricordo di un'altra fiaba in cui, durante la notte, delle fanciulle andavano a ballare in un giardino incantato e la mattina le loro scarpette erano tutte consumate ... ma allora, ci andavano veramente oppure no? Era quello che volevano capire I loro genitori e che volevo capire anche io, quando ascoltavo la fiaba. Oltre ai sogni e alla realtà concreta, ci sono altri posti da scoprire?

A rifletterci un po', ci sono dei luoghi dove ci rechiamo fisicamente (a scuola, al lavoro, in vacanza ...), poi ci sono dei luoghi "interni", I luoghi della nostra mente e del nostro cuore, dove ci sono I ricordi, gli affetti, I desideri, dove ci sono le nostre radici ...

Ci sono incontri che avvengono concretamente, ma ce ne sono anche di altri tipi, per esempio, come possiamo "incontrare" un artista, guardando I suoi quadri? Oppure Alessandro Magno, leggendo un libro di storia? Come possiamo incontrare I personaggi di una fiaba o addirittura I nostri trisavoli, attraverso I racconti dei nostri nonni? Sono dei veri incontri? E, se sì, dove avvengono?

Donald Winnicott, noto psicoanalista, si è interrogato molto su quello che chiama "Il luogo in cui viviamo per la maggior parte del tempo" (1974, p.189).

Secondo lui, tra il "fuori" e il "dentro" c'è un'area intermedia, che è il posto in cui "sperimentiamo la vita" (idem), per esempio quando guardiamo un'opera d'arte, leggiamo un libro o facciamo qualunque altra cosa divertendoci. Si tratta di un posto che non è né dentro né fuori e che mi piace immaginare come un'oasi di ristoro, dove c'è la sorgente della nostra creatività. È lì che possiamo incontrarci davvero, se lasciamo che le nostre rispettive "aree di gioco" (sempre Winnicott) si sovrappongano.

Nel presente che stiamo vivendo, è un po' come andare per mare, trovandosi imbarcati senza averlo chiesto, da un giorno all'altro, senza sapere per quanto tempo si dovrà rimanere sulla nave. C'è un rapporto diverso con I nostri oggetti personali, che vediamo di più, rimanendo più tempo in casa, e con le storie che ciascuno di essi racconta ... con I ricordi, con I progetti per il futuro, che sembrano sospesi e che, forse, possiamo osservare da una prospettiva diversa ... con le persone, che sentiamo al telefono o vediamo online, con le loro voci, che ci arrivano con una, più o meno evidente, distorsione dovuta all'apparecchio che ci mette in contatto, con il nostro corpo e con I corpi degli altri. C'è un senso di spaesamento, circolano emozioni di rabbia, paura, tristezza, quasi un senso di vertigine, a trovarci immersi in qualcosa di molto più grande di noi, che appare minaccioso e sconfinato ...

Ma, se si trova il coraggio di guardarsi intorno, si può fare la meravigliosa scoperta di non essere soli, della fortuna di avere legami di cui poter provare nostalgia, luoghi cari a cui voler tornare.Si può scoprire che possiamo essere liberi, se riusciamo a sostare nell'area di confine tra la realtà esterna, in questo momento aspra e difficile e lo spazio dei nostri sogni e desideri, a farli comunicare e arricchire vicendevolmente.


Dottoressa Filomena Forino