“Freud l’ultima analisi” il Freud nascosto
Commovente. È il primo pensiero che mi sento di esprimere una volta uscito dalla sala in cui ho visto la proiezione di questo film su Freud.
Freud (Antony Hopkins) ,nel film, si trova nella fase finale della sua vita: esule, malato ed attraversato dai ricordi di tutto quello che ha perso e di tutti gli sforzi che ha fatto per consegnare agli uomini la psicoanalisi. Incontra C.S Lewis scrittore fantasy inglese non ancora autore, nel momento dell'incontro, del celebre romanzo "Le cronache di Narnia".
È scontro. Da un lato Freud difende la sua visione laica, obiettiva e scientifica del mondo, dall'altro lato Lewis è dell' opinione che solamente la fede in Dio possa permettere all' uomo di comprendersi veramente . Nel mezzo fra i due che si studiano, si conoscono, si affrontano, fanno amicizia c è la seconda guerra mondiale guerra.
Le storie dei due si intrecciano in flashback e dialoghi toccanti, raffinati, sferzanti in cui ognuno difende le proprie convinzioni ma nel quale entrambi svelano le proprie fragilità.
Lewis é dilaniato, diviso fra la sua visione divina del mondo e l' incapacità di elaborare un passato traumatico che l' ha portato ad innamorarsi di un donna matura da cui é attratto ma da cui si difende al tempo stesso con le sue ricerche religiose. Freud invece è disincantato, disilluso sul genere umano, dipendente e geloso nel rapporto con la figlia Anna a cui tarpa inconsapevolmente le ali.
I due opposti si attraggono generando un gioco di specchi in cui l'uno si ritrova nell'altro.
Entrambi si riconoscono e allo stesso tempo si sentono spaesati di fronte ad un Altro che ha preso un altra via per dare un senso alla propria vita.
Il regista rivitalizza un genere di film che sembrava tramontato; mi e tornato alla mente un vecchio film "Il Vento e il Leone"(1975) che narra di un profondo scambio epistolare fra il presidente americano Roosvelt e un famoso capo berbero del nord del Marocco (Sean Connery) nel quale intelletto politico e forza militare si confrontano per trovare una risposta alle stesse domande.
Nel film su Freud la conclusione ci mostra un toccante congedo fra i due protagonisti segnato da un dono analitico di Freud che porta una dedica: "Di errore in errore si scopre tutta la verità".
L' incontro con Freud sembra dare una svolta decisiva alla carriera della scrittore Lewis.
Non sappiamo se questo incontro sia avvenuto realmente e anche la figura di Freud potrebbe apparire molto diversa da come uno studente di psicologia o anche un giovane terapeuta tende a immaginarselo.
Ci viene regalato un Freud che può apparire inedito in quanto umano, fragile, appassionato, ostinato e che contrasta con l' immagine dell' analista specchio opaco, neutrale, consapevole e rispettoso dei propri limiti e delle altrui resistenze. Potrebbe apparire un film che non parla di psicoanalisi.
Si è invece di fronte a una preziosa, fedele, raffinata ricostruzione storica del modo di Freud di condurre le proprie analisi che sembra contraddire e sovvertire quanto egli stesso postulava in tutti i suoi scritti ufficiali sulla tecnica. È uno dei grandi paradosso che ci ha lasciato in eredita il fondatore della disciplina.
In tal senso Luciana Nissim Momigliano (1985-87) ha ricostruito le tracce e ha spinto alla riflessione nel suo lavoro "Una stagione a Vienna: ma Freud era freudiano?" .
In questo scritto l' autrice analizza tutti i racconti pubblicati dagli analisti che hanno potuto beneficiare di un analisi con Freud. Sono testimonianze di un Freud tutt' altro che freddo, distaccato, attento e difeso rispetto al proprio controtransfert nonché legato solo a certe interpretazioni di transfert.
Da questi diari si scopre un Freud estremamente umano, schierato, schietto, curioso, desideroso di entrare in relazione, di trasmettere insegnamenti pratici e di condividere momenti di intensa condivisione emotiva con i propri pazienti. I propri pazienti/ allievi non fanno a meno di rimanere sconcertati dal capire che accanto a quella di transfert esiste una relazione reale tra analizzando e analista e che anzi era l' era "l' attento alternarsi in Freud della più stretta neutralità e vicinanza umana" (Momigliano) quello che segnava maggiormente i propri analizzanti nel loro modo di essere analisti.
Erano pazienti speciali? Certamente lo erano, perche erano tutte analisi didattiche e non sappiamo se con dei casi la cui domanda fosse essenzialmente di cura Freud si sarebbe comportato nella stessa maniera anche se abbiamo altre testimonianze che ci farebbero propendere per un si. (Caso dell' uomo dei lupi).
Si percepisce che il film affonda le proprie radici dal racconto di questi pazienti di Freud.
In particolare diverse scene mi hanno richiamato alla mente quanto scritto dall' analista americano Smiley Blanton (1975) in "La mia analisi con Freud".
Blanton svolgeva la sua analisi in tranches seguendo Freud nei suoi viaggi ed entrambi erano sempre spaventati dall idea di non potersi più rivedere. Ad ogni saluto Freud si faceva giurare , quando riceva un anticipo sull onorario, che Blanton si sarebbe fatto restituire dai suoi familiari la somma di denaro che anticipava qualora fosse morto. Ci sono molti momenti toccanti e significativi.
Ad esempio a chiusura di una seduta commovente fra i due Blanton, dopo aver varcato la porta di uscita scorge Freud alla finestra che lo saluta con affetto e nostalgia facendo cenno con la mano.
Dai sogni Freud interpreta a Blanton come l'aver fatto enormi sacrifici per intraprendere la sua analisi lo porta a temere che la sua esperienza analitica possa essere un fallimento, teme di non trovare le risposte le risposte che cerca.
Anni dopo Blanton dirà a Freud:
"Ho l impressione che gran parte dei benefici della psicoanalisi siano dovuti alla personalità dell' analista…Credo che gran parte del beneficio che ho ricavato dalla mia analisi sia da attribuire al fatto di aver frequentato lei e di aver potuto apprezzare il suo coraggio, il suo atteggiamento scientifico e il suo calore umano."
Momigliano (1985/87) riporta una lunga sequela di episodi simili, di aneddoti divertenti, umani e di come ciascuno degli analizzanti di Freud abbia ricevuto dal maestro il dono di una relazione analalitica unica, speciale, particolare e tutt'altro che neutrale. Molti di questi allievi dell ultimo periodo troviamo personalità che hanno dato un contributo fondamentale alla psicoanalisi ad esempio Helen Deustch, Marie Bonaparte, Strachey.
Esiste quindi un Freud profondamente diverso dal Freud che ci si può rappresentare leggendo gli scritti sulla tecnica, un clinico molto lontano da quello che viene trattato in molti manuali di psicologia che si studiano all' università o da alcuni stereotipi che circolano anche fra colleghi di altri orientamenti per cui definirsi freudiani sarebbe sinonimo di un ortodossia totale e un adesione acefala a idee preconcette.
"Ora ,per quanto riguardo i miei scritti sulla tecnica, ho l impressione che siano del tutto inadeguati. Sono convinto che i metodi della tecnica non si possano insegnare con degli articoli. Questo deve essere fatto con l insegnamento personale. Naturalmente, i principianti hanno con ogni probabilità bisogno di qualcosa per cominciare, altrimenti non avrebbero niente su cui basarsi. Ma se seguiranno alla lettera le direttive, si troveranno ben presto nei guai. Devono quindi imparare a sviluppare le proprie tecniche personali" (Parole di Freud riportate da Blanton1975 a pag 43)
Il commiato fra Freud e Lewis nel film ricacalca quello narrato fra Freud e Blanton che era un'analisi didattica con un Freud giunto alla fase finale della sua vita.
La citazione finale " di errore in errore si scopre tutta la verità" probabilmente non solo si riferisce al personale lavoro che ogni persona deve compiere nella propria vita ma forse è anche un invito ad essere più giusti con le scoperte di Freud e a prendere ispirazione dalla sua personalità.
"È proprio questo che i critici non fanno. Sembra che pensiono che l analisi sia piovuta dal cielo o sia stata eruttata dall inferno - che sia immobile che sia immobile come un blocco di lava e non un corpo di fatti che sono stati messi insieme, con un processo lento e doloroso, dalla ricerca scientifica".
(Parole di Freud riportate da Blanton 1975 a pag 47)
Filmografia:
Freud l ultima analisi 2023 regista Matt Brown
Il Vento e il Leone 1975 reagista John Milius
Bibliografia:
Blanton S. 1974 "La mia analisi con Freud" Feltrinelli
Momigliano Luciana Nissim1985/87 "Una stagione a Vienna: ma Freud era freudiano?" In L' ascolto rispettoso 2001